Ieri pomeriggio a Milano
il vigile Nicolò Savarino è stato deliberatamente investito e ucciso da un
automobilista al volante di un SUV. Il vigile aveva cercato di ostacolare la
fuga del guidatore che pochi istanti prima aveva colpito di striscio un
anziano. Tragica notizia sulla quale in molti (troppi) hanno voluto speculare
demonizzando una volta in più i SUV, dimenticando si tratti di mezzi che non
dispongono di una propria coscienza ma sono condotti da esseri umani.
Non si cerca alcuna
giustificazione per lo scellerato gesto costato la vita a un uomo innocente, ma
si vuole semplicemente spostare l’attenzione dai più o meno massicci
“fuoristrada” cittadini, a chi commette effettivamente lo sconsiderato gesto.
“SUV uccide vigile” è un titolo che vuole muovere le coscienze verso un
giudizio che condanni il tipo di auto, lasciando in secondo piano il vero
autore, il guidatore. Come se utilitarie o berline non uccidessero nessuno in
caso di incidente.
I SUV sono un bersaglio
privilegiato e forse permettono di vendere qualche copia in più o di far salire
il proprio sito in cima ai risultati di Google (magie della SEO), ma seguendo
questa linea si perde di vista la realtà. Non sono armi, o per lo meno, lo sono
allo stesso livello di berline, station wagon, MPV e di qualsiasi altro tipo
veicolo. Demonizzarli non serve a fermarli. Solo una vera e propria coscienza
da parte di chi guida può evitare incidenti; non SUV assassini ma solo guidatori
incoscienti. I veri (e soli) assassini.
1 commento:
Hai ragione Max.....
A volte, e forse troppo spesso, si tende a generalizzare troppo, perdendo
di vista il vero succo del problema.
Se il povero vigile fosse stato ucciso da una utlititaria si sarebbe scritto: " auto impazzita travolge e uccide un viglie a Milano", lasciando sempre in secondo piano quelli, come dici tu', i veri e i soli assassini.
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