venerdì 10 febbraio 2012

Ricordi?

"1)La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
2)Nella giornata di cui al comma 1 sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero."



Immaginatevi poi lo schifo nel constatare come i siti dei maggiori quotidiani italiani non parlino nemmeno per sbaglio della cosa. Sarebbe facile dire "però il giorno della memoria era in taglio alto in home page", perché qui non è questione di più importante o meno importante, qui la cosa è più semplice. Si parla di onestà. Ma pensare che possa esistere in un giornalismo sempre più mediocre e insulso è fantascienza. Lasciando poi stare quella pletora di blog "falcemartellosi" oltre ogni dire che si ostinano a sbianchettare la storia parlando a sproposito di cose che non conoscono, perché è così che deve essere. Non basterebbe tutto il sapone del mondo per lavare l'immonda sporcizia che generano scrivendo tali obbrobri.


In barba alle leggi dello stato (che sono coperta quando serve, inutili gingilli quando invece non si è d'accordo), in barba alle vittime dell'eccidio. Perché la colpa deve essere sempre e solo di una fazione. Perché il mondo si divide in "buoni" e "cattivi", senza vie di mezzo. E i buoni sono sempre gli stessi. 
   
La prossima volta che uscirà la classifica sulla qualità dell'informazione non stupiamoci della sempre più bassa posizione in classifica del nostro BelPaese. Il problema non è la libertà di stampa. E' la volontà di stampa.

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