martedì 5 ottobre 2010

De bloggandibus arte


Qualche giorno fa qualcuno ha commentato il mio blog.
L'ultimo post del mio blog, datato 22 giugno 2010.
Un'eternità fa.
Comunque, mi sono rimesso a pensare al mio Diario di Bordo, un qualcosa nato nel lontano febbraio 2005 in un pomeriggio di scazzo e pian pianino divenuto il mio vero e proprio diario "personale" (per quanto personale possa essere una cosa messa in Rete).

E' cresciuto con me e l'ho plasmato a mia immagine e somiglianza (si ok, volo basso...)
Ma è vero...mi assomiglia. Qui c'è molto di me.
C'è l'incostanza che da sempre mi contraddistingue.
C'è uno sfondo verde.
Ci sono citazioni più o meno colte.
Foto.
Canzoni (specialmente del Liga si)
Ci sono i miei affetti.
Ci sono contenuti seri.
Idiozie.
C'è quello che mi circonda.
Ci sono le mie parole.
Tante parole.
Troppe?
Poche?
Comunque ci sono.

C'è quel qualcosa, quel qualcuno che non potrà mai trasparire da realtà come Facebook, Twitter e compagnia bella.
Belli i social network. Ma sempre troppo impersonali, nonostante il loro intento sia anzi quello di far emergere la persona. Ed invece...invece succede che lì ci si appiattisce. Le emozioni sono un guazzabuglio di strani caratteri. La maggior parte delle citazioni si riferiscono a sdolcinate frasi di canzoncine pop. Oppure si va a beccare l'autore "alto", senza sapere chi sia. Wilde? Forse un calciatore del Liverpool...e così via.

La grammatica va letteralmente a puttane (è proprio così...l'altro giorno ho visto un congiuntivo che ne caricava una)...ma l'importante è mettere la foto fashion...i cuoricini sulla bacheca del "tipo" o della "tipa", scrivere "tvumdbmtdfipeilspaimientvpumdb".

Si, io ci sono su Facebook e per "colpa" sua il mio blog è fermo.
Posso dare la colpa anche al lavoro.
Agli impegni.
Ma poi inutile fingere...è solo pigrizia.
E' perchè un blog richiede impegno.
Il blog è una scelta, Facebook sembra una necessità (se non ci sei, non esisti).
Che tu abbia o meno un blog non importa. Ma come dice qualcuno "Essere vivi richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare".
Fare un blog richiede maggior impegno rispetto a quello richiesto per gestire un profilo.

Ora. Dove voglio andare a parare? Non lo so, ma è che mi andava di scrivere qui...e mi sta tornando il gusto di bloggare.
Poi magari non manterrò la promessa e mi ridarò alla "macchia cybernetica".
Sinceramente, ho fiducia in me e penso di potercela fare...
Aiutatemi voi.

1 commento:

Elisa ha detto...

Oh, era ora che tornassi!

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