mercoledì 21 maggio 2008

Moratti e l'asilo

Copio e incollo direttamente dal blog del don...ed evito di commentare...

Commentando la devastazione di un asilo di Parma da parte degli ultrà interisti, il presidente Moratti ha dichiarato al microfono di Radio Rai: «Peccato che ci sia stata questa specie di assalto a questo asilo, ma credo che sia stato involontario, da quello che ho letto pensavano fosse parte dello stadio». Se il microfono non ha capito male, l’assalto andrebbe dunque considerato involontario, dal momento che i vandali, poveri figli, credevano in buona fede di devastare uno stadio, mica un asilo. Ora, della gente che non distingue un asilo da uno stadio mi sembra abbia dei problemi seri con la realtà, e di certo non li risolverà passando le domeniche a credersi la reincarnazione degli unni. Ma anche se, in virtù di una congiura ordita dalla maestra di Moggi, lo stadio del Parma si fosse effettivamente truccato da asilo, con i pupazzetti alle pareti e i puffi disegnati sulle lavagne degli spogliatoi al posto del 4-3-3, quale sarebbe la logica giustificazionista del presidente nerazzurro? Che se un luogo pubblico fa parte dello stadio, allora diventa normale, o meno grave, che i tifosi lo distruggano? Che nessun ultrà farebbe mai del male a un asilo (molti, anzi, continuano a frequentarlo come ripetenti), mentre appare scontato che considerino lo stadio un territorio riservato alle loro scorribande? Se questo fosse il pensiero di Moratti (e non solo del microfono), ci toccherebbe quasi lodarne la sincerità. Infatti gli altri presidenti pensano la stessa cosa, ma hanno il pudore, o la furbizia, di non dirla.
(fonte La Stampa)

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