mercoledì 4 luglio 2012

Quella cosa chiamata Cammino


Cammino. Con la "C" maiuscola. Presente indicativo. Prima persona. Io. Nessuna forma di egocentrismo però, badate bene. Solo una premessa fondamentale. Perché "io cammino" è la "conditio sine qua non" per ogni primo passo e per tutti quelli che seguiranno. Il cammino lo si fa di persona. E' l'egoismo che si trasforma in dono. Si cammina anche per altri. Si cammina con altri. Ma si cammina. Io cammino.

Cammino. Un insieme di passi e di persone. Un insieme di esperienze e storie. Accorparsi rumoroso di silenzi. Giorni di nulla che assordano.
Cammino. Quella cosa che parte da un punto e finisce inesorabilmente lì. Dove altro ha inizio. O almeno dovrebbe. Lì perché c'è una chiamata.
Lì perché
Cammino.
Cammino.



Che poi può iniziare più lontano, più vicino. E in questo caso la fortuna è dover camminare tanto. La fortuna del tempo.
Il poter scandire i passi. Belli sciolti.
Cammino.
L'inizio poi non è mai facile. Un venire al mondo e doversi adattare. Capire il funzionamento di quel meccanismo misterioso e affascinante. Pensare che l'alba sia presto, capire che sarai già in Cammino quando lei arriverà.
Quasi correre. Comprendere l'importanza del ritmo. Portarsi di tutto.
Piegarsi sotto il peso di quello che pensavi ma non è.
Passare nel caos di una Pamplona pronta per i tori, ascoltare il rumore bianco della pala eolica.
Cercare le frecce, indicarle a chi non le vede, fidarsi di chi le ha scorte.
Cammino.
Cammino.
Aprire le porte. Spalancare gli occhi. Tendere le orecchie.
Cammino.
Un goccio di vino alle 7 del mattino.
Una borraccia vuota nelle mesetas.
Cammino.
Cammino.



Partire perché vuoi arrivare. Arrivare perché sei partito. E c'è stato
Cammino.
Solo così puoi arrivare.
Imprescindibile legame tra meta e percorso. Non c'è fine se non c'è stato inizio. Se non c'è stato un 
Cammino.
Una sera di preghiera in 1000 lingue differenti.
Una cena di sorrisi.
Sentirsi a casa
perché la casa è
Cammino.
Polvere e occhi chiusi.
Il caldo che ti prende, il fermarsi perché altrimenti poi non
Cammino.
Dolore alle gambe, miracolose creme che promettono sollievo e poi quel sollievo trovarlo in una parola, in una preghiera.


Questo è
Cammino
Lo splendore delle cattedrali di Burgon e Leon,
il giaciglio in paglia d Manjarin,
il panino mentre aspetti che apra l'ostello,
la pasta liofilizzata
l'afa dell'altopiano
la sottile pioggerellina della Galizia
il non riscure a camminare per le fitte
il sentirsi volare a ogni passo.
Cammino.
Aspettare ed essere aspettati, guardarsi indietro, scorgere all'orizzonte. 
L'arrivo
"Eccomi qua"
L'improvviso sentirsi pieni e svuotati
L'abbraccio all'apostolo
e a tutti quelli incontrati nel
Cammino.
Sei stato, sei e sarai
Pellegrino.



Ultreya!

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