mercoledì 17 gennaio 2007

Elogi dell'introspezione

Ieri finalmente, dopo 6 mesi, ho dato (fatto dare) una sfoltita a quel cespuglio marrone che era la mia testa.
Adesso "sembro" quasi una persona seria...mi sono anche fatto la barba (ma il pizzetto rimane...con sommo dispiacere di mamma-papà e gente varia).
Mentre ero seduto sulla poltrona e le forbici si districavano tra i miei capelli, riflettevo sulle "chiacchere da parrucchiere" (che sono ben diverse dalle "chiacchere da bar")
Io non sono un tipo troppo loquace con persone che non conosco (dipende poi dalle persone) e tendo abbastanza a farmi cazzi miei.
Fosse per me mi metterei sulla poltrona e schiaccerei un sonnellino (magari con un supporto per la testa, per evitare crolli di cranio con annesse forbici conficcate chissà dove...) oppure penserei ai cavoli miei.
Invece c'è come l'obbligo di parlare.
Bisogna interloquire con l'altro.
Per forza.
Anche a costo di sputtanarsi, raccontando aneddoti (spassosi per chi li racconta, pietosi per chi li subisce) che nemmeno i nostri più cari conoscenti conoscono.
E poi via, in un vortice di parole, risate, altri gustosi ricordi.
Ma la parte più "gustosa" viene quando si commentano le notizie.
Quando inizia questa fase del discorso bisogna stare molto attenti, perchè i mostri dei luoghi comuni e i baratri del moralismo più becero sono lì che aspettano che qualcuno dica qualcosa di scontato.
Naturalmente viene chiesto anche il tuo parere (che magari non si palesa con la domanda "e tu cosa ne pensi?", ma quando vedi che tutti tacciono e ti guardano ansiosi, manco fossimo alla maturità o fossi Dio in terra) sale anche una certa tensione, perchè non sai mai se cercare di "elevare" la discussione, magari piazzandoci riferimenti storici, riflessioni filosofiche (solo se si sa bene di quello di cui si sta parlando, rischiando però di fare la figura di quello che se la mena) oppure tirare fuori la frase più banale del proprio repertorio di banalità e servirla ai compagni di discussione per rinvigorire la fiamma dell'ovvio.
Per esempio...ieri si parlava dell'aliscafo che ha urtato un portacontainer nello stretto di Messina.
Ad un certo punto stavo per tagliarmi le vene con il rasoio..."Si, al Sud non lavorano e nessuno avrà guardato il radar"..."E poi vogliono fare il ponte"...etc...etc...etc...
Stavamo per essere risucchiati dal pozzo delle banalità, quando per fortuna è suonato un telefonino e la discussione è stata interrotta.
Ringrazio il cielo che non si è fatto in tempo a parlare della strage di Erba...penso che sarei scappato fuori dal negozio urlando...
Per fortuna che dal parrucchiere ci vado solo 2-3 volte all'anno...altrimenti sarei affetto da orchite cronica.
Quasi quasi lancio un'iniziativa "Taglia e taci", per dei parrucchieri che non obblighino i propri clienti a lanciarsi in discussioni ovvie, fatte tanto "pour parler".
Diciamo "SI" al silenzio!

Ah, qualcuno mi spiega il significato di questo cartello, fotografato in prossimità della stazione di Lambrate?


Quasi quasi torno dal parrucchiere e ne parlo con lui...

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