lunedì 19 giugno 2006

Di nome in nome!

19 giugno 2006
La proposta ricalca quella approvata in Spagna dal governo Zapatero
«Una legge per cambiare nome»
La parlamentare di Rifondazione Luxuria: nuova identità sui documenti per i transessuali anche senza cambiamento di sesso
TORINO - Un proposta simile alla legge che sta per entrare in vigore in Spagna. Una proposta di legge che permetta il cambio del nome sui documenti senza per questo sottoporsi all'operazione chirurgica di cambio del sesso, è stata annunciata dalla parlamentare di Rifondazione Comunista, Vladimir Luxuria in un convegno a Torino.
La deputata di Rifondazione Comunista Vladimir Luxuria (Emblema)
RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI - «Intendo preparare una proposta di legge per fare in modo che le persone possano cambiare il proprio nome sul documento, non solo se intendono rettificare il proprio sesso, ma anche se decidessero di convivere con il proprio essere maschile e femminile. Penso - ha detto la deputata facendo riferimento al dibattito sull'identità anagrafica apertosi oltre che in Spagna, anche in Inghilterra e Germania - a una soluzione che renda possibile cambiare il nome e non necessariamente il genere». Luxuria, il cui intervento è stato molto applaudito, in particolare là dove richiamava al «rispetto delle donne», ha spiegato che non si tratta «di capricci, ma di riconoscimento di diritti fondamentali.
VITA QUOTIDIANA - Gli atti più semplici della vita quotidiana per un transessuale spesso sono complicati. Penso banalmente alla difficoltà di essere chiamati per nome, quando si è in attesa alle Poste per ritirare un pacco, quando aspetti il tuo turno per passare un esame all'Università. Il diritto allo studio deve essere garantito a tutti. «Una mia amica trans - ha esemplificato Luxuria - una volta ha preferito perdere l' aereo piuttosto che rispondere all' hostess che la chiamava con il suo nome al maschile. Ho provato grande sofferenza quando alla morte di una mia amica, i genitori hanno scritto sulla tomba il suo nome da uomo e con una fotografia molto vecchia che la ritraeva in abiti maschili». «È vero - ha concluso la parlamentare- siamo una minoranza, non portiamo molti voti, ma una nazione è civile quando fa propria la battaglia per i diritti anche soltanto di due persone. Noi siamo persone che rispettano gli altri. Vorremmo soltanto che gli altri rispettassero noi».

fonte corriere.it

Ogni volta che leggo articoli del genere mi viene l'orticaria...perchè proprio trovo assurde certe cose...
Vuoi cambiar nome...ma non puoi cambiarlo come fosse un paio di scarpe...io domani voglio chiamarmi "Gioacchino" o "Alessia"...così...perchè mi gira, o perchè mi garba di più...ma siamo fuori?
L'amica trans che non prende l'aereo perchè chiamata/o con il suo nome maschile...questo non è dimostrazione d'orgoglio...è scemenza!
Questi sono veri e propri capricci...altro che riconoscimento dei diritti fondamentali!
A scuola a volte mi chiamavano "Massimiliano" invece che Massimo...io quindi non avrei dovuto andare alla lavagna o rispondere, perchè veniva offesa la mia persona?
Ma fatemi il piacere!
Rivendicano il loro diritto a far quel che vogliono...ad assecondare ogni loro richiesta...come dei bambinoni!
Che tristezza!
E pensare che gente così siede in parlamento...

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