venerdì 11 gennaio 2008

L'ombra del potere - The Good Shepherd

Il progetto non è male: raccontare i perchè e i percome della nascita della CIA.
Ma come farlo?
Partendo dalla storia, da ciò che realmente è successo e portando il film su diversi livelli temporali.
Quindi vai di "Baia dei porci".
Da qui si parte con flashback agli anni del nazismo.
Tutto ciò è narrato attraverso gli occhi di uno studente di Yale (un Matt Damon decisamente inespressivo e ciò per un film del genere non è un male), che ha la possibilità di andare in Inghilterra per aiutare gli inglesi durante la 2a guerra mondiale e che da lì entrerà sempre più a far parte del meccanismo contorto dei servizi segreti.
Dimentichiamoci Jason Bourne, James Bond e soci.
Questo film non ha azione.
Non ci sono inseguimenti mozzafiato, sparatorie, colluttazioni e compagnia bella.
Non ci sono "femmes fatales" doppiogiochiste o gnoccolone dal bacio facile (ma c'è una Angelina Jolie veramente bella, ma non memorabile in questa prova)
No, nulla di tutto ciò.
C'è la vita di un uomo.
Che si intreccia con la vita di un paese intero in maniera indissolubile.
Un uomo che ogni giorno combatte la sua guerra, ma in uffici, con telefonate, sotterfugi...
Un uomo che non riesce mai a stare in pace con se stesso, soffocato dal suo "io" patriottico e dal suo "io" di padre e marito.
Un uomo che attraversa la sua vita, quasi come fosse uno spettatore casuale del proprio ineluttabile destino.
Insomma, un film decisamente introspettivo.
Lento, in alcuni momenti decisamente troppo.
Ma alla fine un buon film, capace di portare angoscia nello spettatore.
Angoscia provocata dall'assistere alla perdita di umanità da parte del protagonista, votato completamente al lavoro, che sacrifica gli affetti per la patria.
Patria che tramite la CIA vuole controllare tutto e tutti, vuole ergersi a difesa del mondo occindentale contro la minaccia comunista.
Minaccia comunista che da nemico diventa solo una scusa per giustificare azioni di intelligence e alte spese militari.
In definitiva, un buon film, un po' troppo lungo, capace di "prendere" emotivamente lo spettatore, ma che non riesce ad affascinare fino in fondo.


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